E venne una cosa meravigliosa. Nella prima sera d’estate, con le ragazze dalle gonne corte e i bimbi col gelato in mano che riempivano le città. Viterbo, piazza delle Erbe, come Roma, ponte Milvio. La Stella Azzurra che vince quella partita lì, la finale delle finali, e in casa del nemico, il PalaLuiss che per noi viterbesi – gente avvezza al basket da decenni, più dolori che gioie – pare soltanto una palestra di scuola. Gara tre: Ilco batte Luiss 63-62, e trombette e orgasmi, ce-ne-andiamo-in-serie-B.
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Promozione fa rima con soddisfazione. Perché i guerrieri nostri ci hanno creduto fino alla fine, hanno ribaltato il fottuto fattore campo, e dopo avere sfiorato il colpaccio già in gara uno (vinta dai fighetti solo al supplementari), hanno pareggiato i conti nella seconda sfida al PalaMalè (questo sì che è un vero palazzo, gente) e poi ieri sera sono andati là, hanno visto, e hanno vinto. Sempre sul filo del rasoio, come si compete ad una serie di finale che si rispetti. Ma con le palle di uno spaccone alla Paul Newman.